La Cinta Muraria

 
La cinta muraria
 
La cinta muraria che circonda il centro storico risale al XV secolo, ma ne contiene un’altra precedente che può essere datata attorno all’Xl-XIl secolo; quest’ultima coincide con le muratur  perintetrali delle case, che formano quasi una sella con il sottostante ampliamento quattrocentesco dell’abitato.
Nel primo catasto urbano, risalente al XVI secolo, vengono censiti come orti i terreni adiacenti le mura, confermando per fini militari la necessità di mantenere il circuito murario perfettamente libero e sgombro da costruzioni, La muratura è realizzata con pietre quadrate di arenaria locale. Fin dal Medioevo è possibile oltrepassare le mura di cinta tramite Porta Capena, situata nel centro storico e sovrastata, anticamente, da una torretta con mura merlate. Sulla facciata di una casa attigua alla porta c’è una lapide in latino datata 1790: omaggio della cittadinanza civitellese al pontefice Pio VI, perché restituì a sé il giusto diritto della molitura delle olive, sottratto a causa della frode degli appaltatori. Più in basso, a poca distanza, sorge una torre circolare rivestita di pietre, con profilo sporgente verso la campagna: tale costruzione, che si è conservata solo in parte, ricorda la funzione tradizionalmente difensiva del castello e della cinta muraria. Da un documento del 1523 risulta che 20 uomini, armati di “scoppietti” e di balestre, erano preposti al servizio del “tastellatico”, cioè, alla guardia della fortezza. Essi potevano spostarsi rapidamente lungo il cammino dl ronda collegato al castello. Lo statuto prevedeva l’espiazione di alcune condanne mediante il “risarcimento” di adeguate “canne di muro”; nonostante ciò nel 1743 la Cantero Apostolica obbligò la comunità “al restauramento delle Mure, che in molti luoghi son distructe, per le quali puote furtivamente entrasi nella terra” il baluardo ed il settore ovest delle mura di cinta sono stati restaurati nel 1999 grazie ai fondi stanziati dalla Provincia di Roma.